Base a scarpa del torrione primo-rinascimentale con edificio ottocentesco appoggiato a destra. L'introduzione in occidente della polvere da sparo, giunta dalla Cina a metà del secolo XV, costrinse gli ingegneri di poliorcetica ad escogitare nuove soluzioni che, sulla base di conoscenze basilari di fisica, potessero consentire alle difese delle città e dei castelli, di resistere al lancio delle prime bombarde. Il getto della palla, di pietra e più raramente di metallo, sarebbe stato attutito dalle forze vettoriali esercitate dall'obliquità del muro, detto a scarpa, accorgimento adottato per lungo tempo e presente in numerosissime strutture difensive sorte a partire da questo momento, si pensi alle mura di Lucca, Livorno, Grosseto o la spettacolare Palmanova.
Vista sul castello di Sassa
Vista da levante. Emergono la torre primo - rinascimentale, a sinistra, e il campanile datato 1788, a destra. Si noti la conformazione arcuata dell'abitato, che segue lo sperone roccioso sul quale è stato edificato a partire dalle primissime fasi della storia del castello (secolo XII). Questa immagine è del tutto simile ad una carta settecentesca, in possesso di privati , dalla quale emerge quasi esattamente la medesima situazione architettonica ad eccezione dell'altezza del torrione, più alto di circa 6 metri, e della porzione di case alla sua sinistra.
Vista sulla Sassa
Le campagne
Val di Stera, particolare visto da Sassa. Il lavoro nei campi è rimasto, seppure ai minimi, uno dei tratti peculiari di alcune porzioni di val di Sterza, che Sassa domina dall'alto, insieme a Canneto e a Querceto. La fotografia è scattata nel mese di Marzo.
Panorama dalla Sassa
Sassa, panorama di ponente
Dalla sommità della scalinata che congiunge Via delle Mura con Via del Giglio si gode, nelle calde serate d'estate, un panorama i cui colori rasentano la totalità di quelli presenti sulla tavolozza di un pittore impressionista. "Piccoli quadretti impressionistici", si direbbe se in mente ci venisse qualche componimento di Giovanni Pascoli, le cui brevi poesie contenute nella famosissima raccolta "Mirycae" la cui bellezza è singolare poiché nessuno si aspetterebbe di scorgere quel lembo di mar ligure che bagna le coste di Rosignano e si spinge fin su verso il Romito di Livorno.
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